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14 febbraio 2010

Considerazioni su PUC

Non possiamo esimerci dal commentare aspramente alcune delle tavole del PUC che suonano come una colossale presa in giro per i savonesi.
Ci riferiamo, tra le altre, a progetti approvati da diversi anni e mai messi in cantiere chissà per quali oscure ragioni.
I due casi più gravi riguardano i progetti per la trasformazione in alloggi della ex centrale ENEL di Lavagnola e per la realizzazione di nuove abitazioni nelle aree ex-Balbontin in Corso Ricci.
Entrambi gli interventi sarebbero dedicati all'edilizia popolare e convenzionata, indispensabile per i tessuti sociali più deboli e per la formazione di nuovi nuclei famigliari.
Quelli che vengono presentati come un imminente cantiere, in realtà attende la posa della prima pietra relativamente da dodici e da cinque anni, tempi inaccettabili per le infinite liste di attesa di potenziali utenti dell'edilizia sociale.
ARTE, l'agenzia regionale deputata a tale compito, non può permettersi di continuare a fare vani proclami a discapito della popolazione più bisognosa ed il Comune non dovrebbe attendere supinamente tempi biblici salvo poi brindare in pompa magna in occasione di inaugurazioni ritardate di anni (come nel caso della ristrutturazione degli alloggi di Via Aglietto).

Un discorso analogo, questa volta non riferito ad edilizia convenzionata, è rappresentato dal cantiere delle due torri.
Nel pieno centro cittadino, da oltre sessant'anni, la ferita causata dalle bombe degli Alleati rimane aperta nella zona compresa tra Via Pietro Giuria e Corso Mazzini. Circa sei-sette anni fa è stata deliberata la riqualificazione della zona, attraverso interventi residenziali e commerciali.
Ad oggi tutto è ancora fermo.
Come può l'amministrazione non imporre tempi limite di cantierabilità alle imprese private che operano in zone di pubblico interesse?

Ci limitiamo per ora a questi punti, anche se molti altri nervi del PUC restano scoperti.

Alessandro Venturelli

Carlo Pesce