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24 marzo 2008

Parallelismi savonesi

Da due piazze della prima periferia della nostra Savona, proviene un inquietante esempio di disinteresse del bene pubblico seguito alla realizzazione di interessi privati.
Parliamo, in entrambi i casi, della realizzazione di box sotterranei con conseguenti oneri di urbanizzazione non realizzati nella loro completezza dalle ditte costruttrici.

Iniziamo la nostra analisi da Piazza Aldo Moro, dove cronologicamente si sono completati prima i lavori. La piazza, la prima vista da chi raggiunge Savona con il treno, è un senso di incompiutezza generale, in giusto accordo con l’eterno cantiere della stazione. L’asfalto della piazza è intervallato solo da erbacce su spazi che probabilmente avrebbero dovuto ospitare siepi e da un paio di scheletri d’albero con vista sul degrado degli Orti Folconi.Un paesaggio non degno di una città europea, né di una zona residenziale e commerciale posta a pochi passi dal centro. Non c’è verde, non ci sono panchine, non ci sono facilitazioni di alcun tipo. Solo asfalto, cemento e sterpaglie.

Piazza Bologna è stata ultimata, dopo anni di passione, la scorsa estate. Il progetto approvato a suo tempo dalla circoscrizione è stato sconvolto, gli sfiati per i gas di scarico elevati in altezza, limitando l’effetto visivo della piazza nella sua interezza e causando un’oggettiva difficoltà di manovra per le vetture che intendono parcheggiare negli stalli ricavati sopra il manto stradale. Il tutto ad esclusivo vantaggio dei costruttori, che hanno potuto trasformare a loro piacimento un’enorme porzione dell’unica piazza di Villapiana.

Le opere di urbanizzazione non sono state minimamente realizzate. Il marciapiede di Via Traversagni resta abbandonato al suo destino, tra crepe e buche, così come gli altri marciapiedi che si era concordato rifare. Resta inoltre da iniziare l’uniformazione dell’illuminazione della piazza.
Gli abitanti di Villapiana si ritrovano una piazza ancor meno fruibile di quanto lo fosse in precedenza, dopo anni di lavori e disagi.

È troppo sperare nella realizzazione di parcheggi sotterranei dal minor impatto visivo possibile, come accade non solo nelle città straniere, ma anche, ad esempio, nel parcheggio di Piazza Vittoria a Genova o in quello di Piazza dei Partigiani di Alassio?
Insomma, senza il rigido controllo che le amministrazioni dovrebbero esercitare su quanto da esse stesse amministrato, si rischia di arrivare a vivere in un territorio adibito all’esclusivo interesse ed alla speculazione dei privati. Purtroppo, nella nostra realtà, le opere pubbliche, grandi o piccole che siano, continuano a restare in fase embrionale o progettuale. Ponte sul Letimbro, piscina, stadio, RSA.. Tutto è fermo all’epoca Gervasio che rimpiangiamo sempre con maggior vigore.