E-Mail

16 ottobre 2008

Disagio giovanile a Savona

Leggo non senza stupore la lettera dell’Assessore Molteni in risposta all’iniziativa di un gruppo di ragazzi che, tramite il Social Forum Facebook, definiscono Savona come una città piuttosto carente di luoghi ed iniziative per i giovani.
Stupore che mi colpisce sia come giovane che come Presidente della Commissione Cultura della Seconda Circoscrizione.

Non posso esimermi dal considerare che, pure rispetto a pochi anni fa, le iniziative per la fascia di età compresa tra i 18 ed i 30 anni siano drasticamente diminuite, così come i luoghi dove i giovani possono stare insieme e divertirsi.
Prendendo spunto dalla lettera dell’Assessore, vorrei analizzare l’offerta in fatto di locali, teatri, cinema e sale da concerto, o anche più semplicemente luoghi di ritrovo presenti nella nostra città.

Per quanto riguarda i locali per la somministrazione di bevande aperti in orario serale, essi sono per la quasi totalità concentrati nella zona della Vecchia Darsena mentre altri luoghi che specie nei mesi più caldi potrebbero essere affollati, non sono per nulla valorizzati. Pongo subito l’accento sulla zona del Prolungamento a mare: nel giro di pochi anni i giardini sono passati dall’essere un ritrovo abituale per passeggiate serali durante la bella stagione, eventualmente condite da qualche bibita o qualche snack consumato negli stabilimenti balneari ad una zona deserta nella quale potrebbe anche rivelarsi insicuro passare. Eppure la passeggiata, specie se raccordata al porto tramite il Priamar e resa un po’ più luminosa e decorosa, non avrebbe proprio nulla da invidiare a quella ben più celebre delle Albissole.
Certo, la demolizione della piscina e della pista di pattinaggio, che richiamavano un buon numero di giovani, sostituita da una voragine che, tornando alle parafrasi dantesche “eterna dura” e che con il suo carico di topi e di scarafaggi non invita certo i gestori dei bagni dal tenere aperto nelle ore serali e l’isolamento della zona avvenuto attraverso lo sbancamento della vecchia Via Tobagi hanno ben contribuito al degrado dell’area.

Passando ai teatri, ricordo che a Savona l’unico teatro disponibile è il Chiabrera, mentre sino a poco tempo fa era perfettamente funzionante l’Astor, sacrificato per dar vita ad un nuovo centro residenziale e commerciale i cui lavori, tra le altre cose, hanno avuto il disastroso ma prevedibile effetto di danneggiare la Pinacoteca Civica.
Le stagioni artistiche dell’Astor prevedevano un palinsesto con esponenti nazionali della comicità, cito tra gli altri Luciana Litizzetto, Flavio Oreglio e Gene Gnocchi che rappresentavano certo un polo di attrazione maggiore per i giovani, pur essendo gli artisti citati ben lungi dal posizionarsi in uno scenario politico di destra!

Discorso analogo vale per i cinematografi: dagli otre dieci presenti negli scorsi decenni, tra i quali Astor, Olimpia, Ars, Eldorado, Lux e Moderno si è passati ad un’unica multisala, oltre al NuovoFilmstudio, riservato alla proiezione di film d’essai.
Con un tale palinsesto, che per quanto possa essere di qualità risulta poco variegato, non c’è da stupirsi che molti spettatori preferiscano migrare nelle sale genovesi dotate certamente di una più variegata offerta.


Ancora peggiore è la situazione per quanto riguarda le discoteche e le sale da concerto. Per le prime, chiusa la Compagnia delle Indie (o Reds, come si chiamava negli ultimi periodi), i ragazzi si trovano come unica meta il Ju-Bamboo di Via Famagosta che alterna musica dance ad esibizioni Live. Per quanto riguarda i concerti, chiusi a causa di una nuova operazione immobiliare (destino che, come l’Astor, si ripete..) i locali di Via Cimarosa, non rimane che il RainDogs, che non rappresenta comunque una novità in quanto negli anni precedenti Negrita prima e Miglio Verde poi offrivano negli stessi locali, un simile programma musicale.

Sempre in ambito musicale, eventi quali concorsi per gruppi Giovanili sul Priamar che ravvivavano sul finire degli anni ’90 il piazzale del Maschio e concerti di Band conosciute a livello Europeo (e, anche in questo caso, non propriamente di destra, per usare un debole eufemismo) organizzati dalle Officine Musicali Savonesi nelle Aree ex OMSAV / Italsider non sono stati riproposti in alcun modo.

In definitiva, non credo che i giovani savonesi si lamentino dei locali di intrattenimento della propria città in quanto mossi da particolari sentimenti politici, ma semplicemente perché, a causa del loro scarso numero, non offrono il ventaglio di offerte che li renderebbe maggiormente appetibili.

Detto, doverosamente, tutto ciò, dal mio modesto ruolo ricoperto in Circoscrizione, capisco benissimo che, a causa di una macchina burocratica decisamente da snellire, non sia né facile né poco oneroso organizzare attività pubbliche, specie in ambito culturale.
Ciò nonostante, credo che gli amministratori debbano comunque cercare di prendere le critiche come consigli e venire incontro ad esigenze che, come sottolineato, appaiono quanto mai reali, senza accusarli con toni dei quali sinceramente non si sente proprio il bisogno ma piuttosto, cercando una collaborazione con chi il problema lo percepisce realmente.