E-Mail

01 novembre 2008

La riforma scolastica: un bene o un male?

Mi permetto, in quanto sino a poco tempo fa allievo ed ora seppure molto precariamente insegnante, di dire la mia parola sulla scuola.
Sono molto critico sulla riforma, o meglio sulla legge, della Gelmini sostanzialmente per quello che concerne il ritorno al maestro unico, sicuramente un passo indietro rispetto alla pluralità di insegnanti che posizionava la nostra scuola elementare tra le migliori al mondo.
Se una cosa funziona, cui prodest cambiarla? Anche i tagli e gli accorpamenti degli istituti primari sono profondamente sbagliati in quanto permettono il radicamento sul territorio BEN DI PIU' RISPETTO A QUELLE PROVINCE E A QUELLE COMUNITA' MONTANE che ancora non sono state annullate.

Questi tagli andranno sicuramente a discapito dei piccoli centri e della formazione dei bambini (come si può chiedere che un bambino di sei -sette anni resti attento a scuola dopo che si è dovuto alzare alle sei per raggiungere il suo istituto?) e sicuramente rappresenta un regresso rispetto alla riforma Moratti.

Passiamo ora alle scuole Medie e Superiori, nelle quali il rapporto con gli studenti è spesso difficoltoso.
E' vero che molti insegnanti sono demotivati e la proposta del ministro sul personale mi pare molto valida. Bisogna comunque ricordare le difficoltà oggettive del docente che, nelle sue ore, deve innanzitutto mantenere la disciplina, cosa non banale in una classe di 30 allievi, quindi spiegare in mezzo a oggettive difficoltà (per quanto riguarda la matematica le statistiche parlano chiaro..) e spesso intervenendo didatticamente sul metodo di studio e infine verificare le conoscenze anchein modo, negli ultimi anni di superiori, da preparare gli allievi ad eventuali esami o colloqui lavorativi. Tutto questo, se fatto con coscienza e non con approssimazione, porta ad un grandissimo sforzo spesso purtroppo non confortato dai risultati.

Certamente di sprechi ce ne sono eccome nella scuola, questo non è iscutibile, si tratta solamente di provare a ridistribuire ed aumentare le risorse in modo tale che a trarne vantaggio siano gli allievi e la motivazione dei docenti.

Che la formazione sia una risorsa e non uno spreco da tagliare lo capì pienamente Mussolini che, grazie alla riforma Gentile, diede ad un paese composto da oltre il 35% di analfabeti, una scuola che si può definire senza sbagliare tra le migliori del mondo. E non è un caso se tutti i paesi dove l'istruzione è più curata generano scienziati e personaggi in grado di contribuire al miglioramento della società.

UN'altro fatto del quale sono rimasto negativamente impressionato è stato il tentativo di politicizzazione, fortunatamente respinto, da parte della sinistra e di personaggi con inguaribili manie di protagonismo quali un tale Beppe Grillo la protesta spontanea di allievi, genitori e docenti. Veltroni Bertinotti & Co. non ricordano che il Ministro Fioroni iniziò per primo la politica dei tagli per la quale lo scorso anno numerose scuole elementari sono state accorpate? Forse farebbero meglio a fare un buon ripasso su quanto fatto da loro prima di prendere la parola..

Per quanto riguarda l'università, la scelta del Ministro mi sembra tutto sommato non sbagliatissima, a partire dalla volontà di togliere sprechi davvero evidenti. Un'esempio su tutti? La SSIS, la scuola di specializzazione all'insegnamento secondario, un'assurda replica di esami già sostenuti nel percorso universitario perfettamente inutile ai fini della didattica e utile solo per mantenere posizioni agevolate per pochi. Eliminarla è stato proprio un gran bene.