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29 giugno 2008

I nostri giudici che fanno?

A settembre compirà 3 anni la causa per l'incidente da me subito mentre ero alla guida del mio ciclomotore. Sono tuttora in attesa di sentenza
Lo scorso marzo sono passati 12 anni da qundo un'incendio ha distrutto alcuni locali della ditta dove lavora mio padre, con responsabilità di terzi. Anche questa causa è priva di sentenza. Chiedendo in giro ad amici e conoscenti, noto che non siamo gli unici a dover aspettare anni per avere un parere dei Giudici.
E si tratta di casi tutto sommato non gravi! Pensiamo un pò a quello che succede invece nei processi mafiosi dove pluriomicidi vengono scarcerati per decorrenza dei termini!

Però li capisco, i nostri alti sacerdoti della giustizia. E' molto più divertente indagare sulle telefonate di Berlusconi in Rai andando a spifferare tutto ai giornalisti per avere 5 minuti di nototietà piuttosto che fare il proprio lavoro.

La fame di alloggi?

Leggo sui quotidiani locali che la Giunta comunale ha disposto per saziare la fame di alloggi, nuove urbanizzazioni.

Ma c'è davvero tutta questa richiesta da parte dei cittadini?
Sono 4.000 circa le unità abitative in cantiere, in attesa di avvio dei lavori o recentemente completate e, in gran parte, disabitate. Bofil, Crescent, Via Scotto e Via Cimarosa, ad esempio, contano da sole per quasi 1.500 alloggi, mentre i nuovi insediamenti di Legino comprendono olte 800 appartamenti!
4.000 alloggi rappresentano un fabbisogno pronto a soddisfare all'incirca il 15% dell'attuale popolazione residente. Se a questi aggiungiamo i progetti relativi a Piazza del Popolo, Via Nizza, Margonara, Orti Folconi e Mongrifone, potremmo arrivare ad una quota residenziale tale da poter ospitare il 25% dei Savonesi! Che, in periodi di calo demografico come questi non ha proprio tutta questa grande utilità..

Il verde ritorna?

Prosegue, dopo le mie numerosissime denunce, la sostituzione degli alberi tagliati in Savona.
Dopo Corso Ricci e Corso Italia (parte pedonale), ora è la volta di piazza del Popolo.

Che sia la volta buona?

21 giugno 2008

Lungo la pista ciclabile


Lungo l’unica pista ciclabile di Savona in Corso Ricci, uno dei pochi spazi degni di nota in un percorso maldestramente ricavato da un marciapiede che mette in costante contrapposizione ciclisti e pedoni, è rappresentato da uno slargo che si affaccia sul tribunale e che ospita un paio di panchine ed una fontanella monumentale.
Purtroppo, a causa dei soliti vandali, la fontanella risulta perfettamente inagibile.

15 giugno 2008

Milano 1939: raccolta porta a porta,selezione e riciclo

Un altro video sui rifiuti questa volta su riciclaggio. Argomenti attuali a quasi 70 anni di distanza.

Campania,il film che non fanno vedere- intervista a Ganapini

Sconcertante.. E sconcertanti sono anche le parole del nostro Presidente della Repubblica che imputa al Nord Italia la colpa della situazione dei rifiuti in Campania. Chissà con quale criterio..

Via Scotti, dove sono gli oneri di urbanizzazione?



A fronte della costruzione di parte dei 230 alloggi previsti in Via Scotti (PUC - R17 - 17.2 http://images.comune.savona.it/IT/f/UrbanisticaPUC/St/St2_R17.pdf mi chiedo a che punto sia arrivata la realizzazione degli oneri di urbanizzazione previsti per la riqualificazione urbana di Via Scotto. Questi consistevano in parcheggi, verde pubblico attrezzato, rifacimento dell'illuminazione, dei marciapiedi e del manto stradale di Via Scotto.
Ad oggi abbiamo assistito solo alla realizzazione di alcuni stalli per automobili e di una porzione di verde quasi irrisoria. A mio parere un po poco per la costruzione di un così alto numero di alloggi.

Il Cristo delle Strade

Negli anni 50, a protezione della nuova rete viaria sulle alture savonesi, è stato posto un'immensa croce.
La croce, il "Gesù delle strade" domina la nostra Savona dall'alto, abbracciando gran parte della città con il Suo benevolo sguardo.


Purtroppo la manutenzione di questo sito lascia parecchio a desiderare; sul piccolo prato attorno ad esso sono presenti rifiuti abbandonati e i contenitori innanzi alla croce che immagino siano serviti in passato a contenere ceri o fiori sono completamente distrutti.
Un vero peccato dimenticarsi così di un monumento che tanto dovrebbe essere caro ai Savonesi

11 giugno 2008

Ultimo giorno di scuola


Finiscono le scuole e si conclude, almeno per ora, la mia supplenza al Liceo dela Rovere. Un'esperienza che ho voluto provare e che mi ha coinvolto talmente tanto da convincermi a continuare la lunga e tortuosa strada verso l'insegnamento.
Tutto grazie ai premurosi consigli ed alle attenzioni riservatemi della Preside, dai vicepresidi, dai colleghi che ogni giorno mi hanno aiutato nell'avventura e dalle gentilezze del personale non docente.
Ma non è stato solo questo il motivo che mi indurrà a completare il mio iter universitario con un biennio abilitante all'insegnamento.
Quello che mi ha definitivamente fatto optare per questa scelta è il fantastico rapporto con i "miei studenti",lo stesso che mi ha spinto a preparare lezioni che potessero coinvolgerli nello studio della matematica e della fisica, a cercare di interrogarli con lo scopo di fargli apprendere concetti utili nella vita, ad affrontare ance aspetti meno didattici e più disciplinari, riprendendoli per il troppo chiacchierare (e infliggendogli anche verifiche ed interrogazioni ad hoc per questo) e premiandoli per l'interesse, magari con una lezione di fisica svolta all'aperto riportata al dibattito ed all'attualità.

Siete grandi, ragazzi!

Un benvenuto al Presidente dei liberatori?


La visita Capitolina del Presidente degli Stati Uniti d'America George W Bush mi suggerisce uno spunto di approfondimento in merito ad una notizia distrattamente ascoltata alla radio.
La notizia parlava delle bombe degli "Alleati" sganciate su Milano. Un particolare agghiacciante mi ha colpito. Sulla città Meneghina venivano sganciate penne esplosive, che detonavano quando venivano raccolte.
Un pò incredulo di una simile barbaria, ho consultato alcuni siti internet. I risultati li mostro di seguito

Agli sganci < ciechi > di bombe negli attacchi a < tappeto > si aggiungeva il lancio di ordigni a scoppio ritardato, costruiti espressamente non per danneggiare installazioni militari, ma per uccidere i singoli italiani che inavvertitamente li avessero toccati. Per ingannare le vittime, detti ordigni avevano minuscole dimensioni ed erano contenuti in involucri che riproducevano fedelmente oggetti d'uso comune. Fra i più impiegati erano le penne e le matite esplosive. Esse venivano facilmente raccolte ed esplodevano non appena toccate. In seguito, altri oggetti esplosivi di forme diverse ma di eguale impiego vennero sganciati su tutta Italia fino all'aprile 1945. Tali ad esempio i piccoli ordigni lanciati nei campi di grano, in modo da colpire i singoli contadini che li urtassero durante il lavoro. Nella foto in alto a sinistra una bimba di Napoli ferita da una < penna esplosiva >.

[Fonte: inilossum]

Anche io ho un ricordo delle bombe giocattolo inesplose... o meglio, ricordo che me ne parlarono i miei, con l'indice alzato come si fa quando si deve sottolineare la serietà di quello che si sta per dire: in realtà la raccomandazione era di non raccogliere nulla da terra, raccomandazione rinforzata da disegni delle forme delle bombe, bombe a forma di barattolo di pelati, di scatolette di sardine, bombe a forma di siluro, bombe a forma di candelotto, di pezzo di tubo e poi mi dissero che, oltre a queste forme, una volta le bombe avevano forme anche di penne, di giocattoli, di bambole...

[Fonte: Melog]

Non sono certo dell'affidabilità della forte, visto anche altri contradditori interventi presenti in rete che bollano gli episodi come leggende urbane.
Di per certo so che è alle bombe americane che dobbiamo un ingente numero di vittime, di feriti e di edifici civili sventrati, i cui ricordi - specie nella zona del porto e del mercato civico - sono ancora ben visibili oggi, a 65 anni di distanza.

09 giugno 2008

Giardini Azzurri d’Italia, l’ultima trincea del verde

Il costante degrado dei Giardini Azzurri d’Italia, meglio conosciuti come “i giardini di Via Trincee” pare essere arrivato al suo culmine in questi giorni.
Decido, per rispetto di quest’area che, dai primi anni 80 ha dato un sollievo al quartiere di Villapiana e, più in generale, alla città, di documentare ancora una volta le pietose condizioni, in via di peggioramento giorno dopo giorno, con la speranza che si possa arrivare ad un’inversione di rotta.
Partendo dall’entrata lato ragioneria (entrata da un paio d’anni condivisa con le autovetture), mi dirigo verso Via Piave. Alla mia sinistra la pista di pattinaggio, che inizia pesantemente a risentire degli effetti del tempo e, soprattutto, dei vandali che senza ragione alcuna, si divertono a devastare il patrimonio pubblico.

Le piastrelle di copertura delle tribune sono state in parte distrutte, così come le mattonelle rosse messe a caratterizzare la copertura dei muretti di tutto il parco. Alcune di queste mattonelle, staccate di recente da qualche facinoroso, giacciono in mezzo alla pista, pronte ad essere utilizzate come rampa per skateboard o quant’altro.

Della fontanella con la rassicurante immagine di un gatto sorridente situata vicino all’ingresso della pista, rimane solo uno scheletro, reso nuovamente funzionale un paio di anni fa grazie all’intervento del Presidente della Circoscrizione.

Mi giro verso la palestra. Per un attimo mi trovo con la mente in uno di quei Per un attimo mi trovo con la mente in uno di quei film americani stile anni 80, con quartieri in completo degrado a fare da sottofondo a scene di violenza e rifiuto.
Il palazzetto presente nei miei ricordi d’infanzia dista anni luce da ciò che si presenta alla vista dei visitatori dei giardini. Un contenitore di cemento occupato da graffiti prende il posto di una bella palestra efficiente che voleva continuare, con il disegno continuo di un vagone, a mantenere la memoria sui tanti treni passati per quella che, prima di essere destinata a pubblica fruizione, era la frequentatissima tratta ferroviaria per Genova e Torino.

Proseguo sino all’uscita di Via Piave, ovvero al nuovo parcheggio recentemente realizzato dall’Amministrazione.
La separazione tra zone di stallo e area pedonale è decisamente poco marcata, specialmente se considerate le iniziali proposte di chiudere con una prosecuzione della tribuna sul campo da calcio giardini e parcheggio.

03 giugno 2008

Quanlcun'altro si è accorto che a Savona scarseggia il verde..

Il cronico problema della carenza di verde pubblico comincia ad allarmare Savona. Si parla di ben 270 alberi recisi e non sostituiti. Riporto di seguito l'articolo del Secolo XIX

Il verde pubblico sotto i riflettori. Da più parti, nelle circoscrizioni, viene lamentata la carenza di verde a Savona. Secondo i dati del Wwf, negli ultimi anni in città sono stati tagliati circa cento alberi, senza che siano stati sostituiti. Secondo i dati in possesso dalla I Circoscrizione, il numero è ben più alto: 270. Una città con poco verde non è solo brutta a vedersi, ma presenta soprattutto una serie infinita di problemi a livello ambientale.

«Dall’ospedale San Paolo a piazza Mameli, dal Mercato ittico alla sede della Polizia municipale, dalla Scuola edile di Legino al Campus universitario: moltissime strade e piazze di Savona sono prive di alberi - denuncia Valter Lazzari, presidente della III Commissione (Cultura, Servizi sociali, Ambiente, Sport e Turismo) della I Circoscrizione. E, anche dove c’è il verde, molto spesso ha uno scopo decorativo e non è fruibile».

«Il prato inglese è artificiale: è oneroso da mantenere, non è calpestabile e, quindi, incompatibile con i giochi dei bambini - continua - anche il frequente utilizzo di palme è puramente decorativo: la palma non fa ombra, non odora. Inoltre gli alberi acquistati sono già adulti: nessuno ha pazienza di vederli crescere». «A Savona l’amministrazione Gervasio è stata l’ultima che ha alberato le strade - dice ancora Lazzari - si pensi a via Stalingrado e a via Vittime di Brescia. Erano torride d’estate. Ma lui ha fatto piantare dei bagolari, alberi di rapido accrescimento, molto resistenti. Non come i platani, che si ammalano facilmente. Oggi quelle strade si possono percorrere a piedi anche d’estate grazie agli alberi. Molto spesso le scelte di immagine vengono fatte dagli architetti. Gli amministratori non ne hanno colpa».

Ma quanti sono gli alberi a Savona? Secondo l’ultimo censimento effettuato dall’Ata, l’Azienda di tutela ambientale che ha in gestione il verde cittadino, si tratta di circa 4.500 alberi ad alto fusto, palme escluse. «Le piante si trovano in buono stato, anche se nelle zone dove il livello di urbanizzazione è più alto si riscontrano i problemi tipici di ogni insediamento abitativo», spiega Laura Ficai, responsabile dell’Area Verde pubblico dell’Ata. «Le potature annuali cercano di tener conto dei bisogni fisiologici della pianta. Vengono inoltre effettuati interventi endoterapici su piante malate. Esiste un programma, concordato con il Comune, di ripristino delle alberature tagliate poiché non si trovano in buono stato (ad esempio: due alberi in corso Ricci, tre in via XX Settembre, 25 in piazza del Popolo)».

La parola passa agli amministratori. Jorg Costantino, assessore all’Ambiente, ammette: «Il verde a Savona andrebbe incrementato. In questo settore bisognerebbe investire un po’ di più. Nelle città con più verde si vive meglio. Ma il problema è trovare le risorse». Ad avere la competenza del verde pubblico è però l’assessore Livio Di Tullio. «Certo che è necessario il verde, ma ha un costo. Ho messo a bilancio centomila euro per un piano di riforestazione cittadino - spiega - rientra nella voce: alienazione immobili. Stiamo aspettando di rendere operative queste risorse».

Fra le iniziative del Comune c’è quella curata dal Laboratorio territoriale per l’educazione ambientale, diretto da Giancarlo Onnis. In base all’adesione al progetto “Parchi per Kyoto”, finalizzato all’azzeramento dei gas che alterano il clima, saranno donati a Savona degli alberi, gran parte dei quali verranno piantati alla Madonna degli Angeli.

Allo scopo di sensibilizzare i giovani all’amore per il verde, a settembre partirà un progetto nella scuola media “Pertini” di Lavagnola in collaborazione con la III Commissione della I Circoscrizione. «Inizieremo con la lettura del racconto “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono, una storia vera ambientata in Provenza - spiega Lazzari - poi chiederemo ai ragazzi di esplorare il loro quartiere, segnalando gli alberi tagliati o seccati e non più rimpiazzati. Tutto ciò porterà alla rinascita della Festa degli alberi».


[Fonte: Il Secolo XIX]

Via NS Angeli ancora al buio!


Il mese di Giugno non è propizio all'illuminazione di Via Nostra Signora e Via Privata degli Angeli. Come già successo lo scorso anno nello stesso periodo, gli abitanti delle due vie sono stati lasciati al buio la notte, con conseguenti pericoli derivanti dall'assenza di luce.

02 giugno 2008

Via dei Mille


Incredibilmente, da circa una decina di giorni è stato riasfaltato il dissestato manto stradale di Via dei Mille.
Purtroppo, a distanza di diversi giorni, la segnaletica orrizzontale ancora non è stata ridisegnata; in particolare, la mancanza delle strisce pedonali, rende difficoltoso l'attraversamento della strada. Speriamo si provveda in tempo.

01 giugno 2008

Bene il mezzo ma non il fine..

Il fine giustifica i mezzi, ma se il mezzo (in questo caso un mezzo pubblico) è a disposizione non per fini socialmente corretti, allora cosa si deve dire?
Accade a Savona. Il responsabile delle politiche giovanili decide di installare un servizio di navette che portino, il venerdì ed il sabato, i ragazzi alle discotehe poste nelle vicinanze di Savona, simile allo spiaggiabus che pure verrà replicato.
E' sicuramente un servizio corretto, che permette ai giovani di non doversi preoccupare del parcheggio nè di dover prestare eccessive attenzioni alla guida in orari di certo scomodi e con troppi automobilisti in stati alterati per strada. E' giusto, come dice il promotore, far stare più tranquilli i genitori che sanno dei ragazzi su di una corriera condotta da autisti di professione. Ma il fatto che i ragazzi possano prendere, come dichiarato dallo sponsor del servizio, la navetta anche per on dover pensare a quanto bere e quanto non bere in discoteca.. Beh, lo trovo estremamente sbagliato. Il servizio, pagato da tutti i cittadini, non deve essere ad uso esclusivo di coloro che si recano nei locali serali con l'intenzione di ubriacarsi e sballarsi, visto che, anzi, dovrebbe essere studiato apposta per proteggere i ragazzi dall'utilizzo di alcol e droghe.
Non sarebbe male pubblicizzare, magari sugli stessi bus, che il divertimento non prescinde dalla ricerca di stati di ebbrezza artificiale.